Pupazzi e attrice ventriloqua:
Ava Loiacono
Drammaturgia e regia:
Mauro Guindani e Damiano Privitera
Pupazzi:
Mariella Carbone
Musiche:
T. Adès, J.S. Bach. K. Saariano.
Durata:
60 minuti
Età:
Spettacolo per adulti
“Amor sacro” è il titolo dell’ultimo progetto teatrale della compagnia Il Funambolo centrato, questa volta, sul tema della violenza sessuale perpetrata da sacerdoti cattolici su religiose.
Se negli ultimi anni il tema della pedofilia all`interno della Chiesa è diventato ormai di dominio pubblico, quello, altrettanto grave, della violenza sessuale sulle religiose rimane sempre ancora un tabù che il Vaticano cerca con ogni mezzo di nascondere.
Un recente servizio in francese realizzato dalla catena televisiva “Arte” rivela fatti e testimonianze agghiaccianti che non possono più passare sotto silenzio.
Nel servizio vengono fatti i nomi di due fratelli, sacerdoti (entrambi ormai deceduti), che per anni abusavano delle religiose della loro confraternita scambiandosele fra di loro, coperti dal silenzio complice dell’Autorità religiosa.
È ispirandosi a questi fatti e testimonianze che la nostra compagnia vuole affrontare un tema così delicato.
Come già in altri progetti teatrali la compagnia si serve a questo scopo di grandi pupazzi (alti circa un metro) che Ava Loiacono – attrice, burattinaia e ventriloqua – muove e fa parlare con voci diverse, interloquendo con essi. Questo espediente permette una certa distanza nei confronti di temi, appunto, scabrosi. (In “Voci d`altre terre”, ad esempio, il tema affrontato era quello della camorra napoletana.) Anche questa volta il testo è stato scritto da Mauro Guindani appositamente per Ava Loiacono, sfruttando a pieno le sue doti non solo di attrice, ma anche di ventriloqua.
In “Amor sacro” i pupazzi saranno tre: i due sacerdoti di cui il servizio televisivo fa menzione, e una Madre Superiora, personaggio invece fittizio, implicata anch`essa nell`abuso. La parte della vittima sarà invece assunta dall`attrice, ruolo ispirato alla religiosa che ebbe la forza di denunciare i fatti. Pur nel ruolo di una religiosa abusata (portavoce di molte sue consorelle) questa assume anche la parte di narratrice, assicurando così la continuità del racconto, fino allo smascheramento dei colpevoli nell’ epilogo. Sarà dunque in quanto narratrice che darà vita (voce e gesto) ai tre pupazzi.
Come già accennato, questo espediente teatrale permette agli spettatori di assumere una certa distanza nei confronti dei pupazzi, identificandosi invece con la narratrice – attrice.
La collaborazione fra Ava Loiacono e Mauro Guindani, che ha dato vita alla compagnia “Il Funambolo”, data ormai di oltre vent’ anni.
Ava Loiacono, attrice musicista e ventriloqua, nata a Viganello nel 1953, si forma in teatro alla Scuola di Jacques Lecoq a Parigi. Prosegue i suoi studi all’Istituto Jaques-Dalcroze a Londra e a Ginevra dove ottiene il Diploma Superiore. Ha lavorato con diverse compagnie teatrali europee. Fonda con Mauro Guindani la compagnia Il Funambolo per la quale ha creato molti spettacoli -tradotti in varie lingue – come solista. Attualmente sta svolgendo un dottorato di ricerca (Phd in Arts Practice) all’Università di Limerick (Irlanda) www.ilfunambolo.ch
Mauro Guindani, nato a Lugano nel 1947, dopo aver conseguito una laurea in Sociologia a Parigi, contemporaneamente a studi di attore e danzatore, si è trasferito in Germania, dove, alla Folkwangschule di Essen, si è diplomato in regia teatrale nel 1977.
Affermatosi come regista di teatro di prosa prima, poi d’ Opera lirica, ha al suo attivo più di 80 regie, nei teatri tedeschi. Sempre in Germania, ha scritto alcune opere teatrali rimaste fino ad oggi in cartellone.
Tornato a Lugano intorno al 2000, ha fondato con Ava Loiacono la compagnia Il Funambolo. www.ilfunambolo.ch
I pupazzi sono opera di Mariella Carbone.
Mariella si divide tra il mondo dell’architettura, dell’arteterapia e quello del Teatro di Figura. Operatrice di teatro sociale, è anche un’illustratrice e scenografa ma soprattutto una
«Pupazzara», ideatrice e creatrice di maschere, marionette, bambole e figure/sculture che realizza per collezionisti, per compagnie e per festival nazionali ed internazionali di Teatro di Figura. Come formatrice ed arteterapeuta conduce laboratori esperienziali focalizzati su linguaggi e codici del Teatro di Figura, in contesti italiani e internazionali (Iran e Russia) www.mariellacarbone.it
Damiano Privitera, nato a Pinerolo 1955, regista, vive le esperienze teatrali degli anni 70’, contesti che lo coinvolgono, come molti della sua generazione, ad una interpretazione del “fare teatro” come impegno artistico e sociale.
Si avvicina concretamente alla professione a Barcellona dove si integra ad una compagnia di marionettisti con linee artistiche innovative in una città crocevia culturale delle nuove tendenze europee di quegli anni. Lavora da sempre per un movimento dell’essere/figura che rifiuti lo scopo unico dell’intrattenimento, ma che sia invece testimone, attraverso la sincerità della propria opera artistica, dell’inquietudine che ci pervade come esseri umani. Nel contesto della gestione teatrale si assumere responsabilità di carattere organizzativo per la necessità di sostenibilità dei progetti artistici sia nella fase produttiva che in quella performativa.