Voci d'altre terre

Dal sito RTSI (radiotelevisione della Svizzera italiana)

Un momento di Voci d’altre terre
«Ho paura del virtuale» (ma forse non di tutto)

Incontro con Mauro Guindani e il suo teatro

Mauro Guindani è nato e cresciuto a Lugano. Ma dal Ticino è partito molto tempo fa trasferendosi dapprima a Parigi dove ha studiato sociologia e filosofia e dove si è laureato nel 1973. A Parigi si è formato anche in campo artistico interessandosi dapprima alla danza contemporanea. E proprio la danza, grazie a una borsa di studio vinta presso la Folkwanghochschule di Essen, lo ha portato in Germania dove ha infine trovato la sua vera vocazione diplomandosi in recitazione e regia nel 1977, e lavorando poi come regista di teatro di prosa e d’opera lirica.

Il teatro per lui però non ha significato soltanto pratica scenica. Oltre alla regia si è sempre interessato di didattica e ha insegnato nelle università artistiche di Essen, Freiburg, Stoccarda e Francoforte e alla facoltà di lettere italiane dell’università di Cambridge conducendo seminari di formazione scenica per attori e cantanti.

Lo scorso anno insieme a un gruppo di colleghi e amici, svizzeri, tedeschi e italiani, ha fondato la compagnia indipendente del Funambolo. Una compagnia che si ispira a una multidisciplinarità di cui sono testimoni già i curricula dei suoi membri (acrobati, attori, ballerini, musicisti…), che ha tra le sue tematiche privilegiate quelle della realtà storico culturale del pubblico a cui si rivolge e che si ispira come linguaggio ai mezzi tradizionali del teatro popolare compreso il coinvolgimento del pubblico nell’azione scenica.

Dopo uno spettacolo itinerante ispirato a leggende malcantonesi (Storie del Conruggero) e all’opera buffa La serva padrona interpretata da Giuliana Castellani a Riva san Vitale nel luglio 2007, l’ultimo spettacolo proposto è Voci d’altre terre, andato in scena a metà settembre allo Studio Foce. Ed è a quell’occasione che si riferisce la clip video che vi proponiamo qui sotto in cui Mauro Guindani racconta la sua passione e la sua pratica teatrale contrapposta a un mondo che perde fisicità, mentre dimentica il suo passato e la sua storia, diventando sempre più virtuale.

Lo spettacolo

Voci d’altre terre era stato presentato in versione ridotta durante l’ultima edizione del Festival di Maribur ed è scritto dallo stesso Guindani ed interpretato da Ava Loiacono che sulla scena mette in evidenza le sue doti straordinarie di ventriloqua. Proprio da una conferenza sul ventriloquismo prende avvio lo spettacolo. Ma il “parlare con il ventre” è solo un pretesto, una metafora, perfettamente incarnata dai due immigrati napoletani che irrompono sulla scena a scardinare le convinzioni della professoressa Gwendolyn Parsifal. Discorso metateatrale, tragicomiche triangolazioni e rapporto con le generazioni che ci precedono, e soprattutto ci seguono, si intersecano nello spettacolo-conferenza che non teme la sfida di affrontare anche temi difficili e impegnativi. I due napoletani accanto alle canzoni e al sole della loro città evocano infatti il tema della criminalità organizzata. Gomorra e lo spettacolo teatrale ispirato al libro di Roberto Saviano hanno fortemente colpito Guindani, come lui stesso ci ha confidato. Ricorrono allora, su piani diversi, i discorsi sull’importanza del coinvolgimento e della responsabilità personali nella società. E sembrano diventare un discorso programmatico della compagnia teatrale.(m.b.)